Io oggi vado al Pride, monsoni permettendo, perché sono una donna eterosessuale cisgender. E in quanto tale ho praticamente tutti i diritti di cui ho bisogno, e nessuno si sogna di dirmi che non li posso avere. Posso sposarmi, divorziare, ricorrere alla fecondazione assistita (a patto che mi sposi, eh). Nessuno mi aggredisce per strada quando cammino con il mio compagno, se ci diamo un bacio non ci multano, posso donare il sangue senza che mi rifiutino la donazione, il mio orientamento sessuale non viene usato per denigrarmi. Non ci sono ministri che parlano a vanvera di cosa mi sia o meno consentito fare con la mia vita, le mie scelte affettive non sono considerate anticostituzionali. In parole povere, vado al Pride perché i diritti delle persone gay e transgender e tutte le altre varianti siano anche i miei diritti, e viceversa.
Speriamo solo che non piova.